Ecco il case study di Zara, la casa di moda low-cost presente in tutto il mondo, che ha fatto del fast fashion la sua bandiera.
La storia del protagonista
Per raccontare la storia di Zara, bisogna iniziare con il raccontare la vita dell’imprenditore che c’è dietro: Amancio Ortega.
Amancio Ortega nasce nel 1936 a Busdongo, provincia di León, in Spagna. Successivamente, con la famiglia, si trasferisce prima a Tolosa e poi in Galizia. Esattamente nella città di La Coruña, alla tenera età di 14 anni, inizia a lavorare come fattorino di una sartoria, probabilmente qui iniziò il suo amore per la moda.
Nel 1963, crea in un garage, perché a quanto pare non solo gli americani creano in un garage, la sua prima società Goa. Con lui lavoravano suo fratello e sua sorella, insieme producevano e vendevano accappatoi, pigiami e vestaglie. Però dopo un po’, il business non andava più, e fu costretto a venderlo.
Ecco che nel 1975, con la moglie Rosalia Mera, apre il primo negozio Zara, in precedenza chiamato Zorba ma purtroppo (o forse per fortuna) era già usato da un bar vicino.
Il negozio cresce a livelli impressionanti, probabilmente per un mix di fattori, riesce ad arrivare ad aprire nove negozi nel paese nel 1983.
Nel 1985, sempre insieme alla moglie, fondò Inditex, il gruppo che fino ad oggi ci accompagna nel nostro shopping. Inditex possiede moltissimi brand, tra cui Stradivarius, Bershka e Pull and Bear.
Il low-cost è bello
Amancio Ortega è conosciuto nel mondo come il “prometeo della moda”, ovvero colui che è riuscito a portare il gusto dell’alta moda nella fascia low cost. Per fare ciò ha “trafugato” le idee delle grandi case di moda nel mondo, le ha plasmate a modo suo e le ha donate al grande pubblico.
I suoi capi sono allo stesso tempo alla moda e trendy, ma hanno anche un prezzo modico ed accessibile alla fascia medio-bassa del mercato, anche con una qualità un po’ più alta rispetto alla concorrenza. Con queste caratteristiche Zara è diventata la madrina del tanto amato ed odiato fast fashion.
Il suo stile, adatto a qualsiasi tipo di personalità, è diventato un must have per qualunque donna dai 16 anni in su.
Il marchio affascina anche le celebrities e le fashion blogger, prima tra tutte Kate Middlenton, ma anche Emily Ratajkowki, Blake Lively e molte altre. Soprattutto Instagram è inondato di post in cui i capi di Zara vengono indossati abbinati anche a capi di lusso.
I segreti di zara
Per zara, il segreto per avere una buona strategia di marketing è proprio non avere una strategia di marketing. Infatti, le spese in advertising di Zara girano intorno allo 0,3% del fatturato, bassissime rispetto alle altre aziende per cui il rapporto si aggira intorno al 2,5%.
Il fulcro della “pubblicità inesistente” di zara è il passaparola. Perché sappiamo che le migliori recensioni in termine di stile ce le danno le nostre amiche oppure la nostra fashion blogger preferita.
Il design di Zara si ispira ai consumatori ed a minuziosamente a quello che richiedono, ai capi che vengono acquistati e alle ultimissime tendenze. Infatti, i suoi capi non vengono disegnati e creati con cadenza stagionale, ma c’è un continuo rinnovo e inserimento di nuovi campi durante tutto l’anno.
Zara commissiona solo tra il 15% e il 25% dei suoi capi sei mesi prima dell’apertura della stagione. Il 50% viene commissionato all’inizio della stagione e il restante durante il periodo stagionale. Zara riesce a produrre circa 450 milioni di pezzi all’anno.
Questo numero ingente di capi, la flessibilità e la produzione “just in time” sono possibili grazie ad un integrazione verticale. La produzione è quasi totalmente internalizzata e avviene soprattutto in Europa, per il 26%, e in Spagna, per il 50%, nel resto del mondo, invece, produce solo per il 24%.
Questa localizzazione tendenzialmente europea permette di abbassare lo stock in magazzino ed un approvvigionamento più veloce ed efficiente.
Inoltre, questo permette ai negozi di avere un ricambio di abiti veloce ed assortito tanto da crearci su una strategia di vendita. Oggi puoi trovare un capo, domani lo stesso capo non c’è più, questo trick sprona i consumatori ad acquistare subito senza pensarci due volte.
Queste caratteristiche di Zara la diversificano dalle altre aziende e sono proprio quelle che le hanno permesso di diventare un colosso mondiale con più di 2.200 stores in 96 paesi, la prima per numero di negozi fisici e la seconda nel mondo dopo Gap.