Il caso virale Lidl
Ormai il supermercato è un po’ come il parrucchiere, ci affezioniamo per vari motivi, come può essere la vicinanza o perchè quei buonissimi biscotti che adoro “li hanno solo lì”. E se il tuo amatissimo supermercato da oggi lo potessi “indossare”?
“Lidl Fan Collection”
E’ stato proprio il caso del marchio Lidl che da quest’estate ha messo in commercio la sua linea di abbigliamento chiamata, appunto, “Lidl Fan Collection”.
La linea comprende scarpe, calzini, ciabatte e t-shirt con il marchio stampato sopra, tutto completamente low cost, bandiera del marchio, che ha sempre cercato di concorrere sul prezzo.
Per quanto si possa pensare sia un po’ “cringe” in realtà nel giro di poche ore in oltre 600 punti vendita in Italia tutti i pezzi sono andati a ruba e i capi sono diventati veri e propri pezzi da collezione. Infatti, possiamo trovarli su e-bay o altri marketplace a prezzi esagerati come 2.000 euro e oltre.

Più di una semplice scarpa
Il successo della linea, ovviamente, non si può trovare nella “bellezza” del capo.
Per capire il suo successo bisogna fare un’analisi approfondita dell’approccio che l’azienda ha avuto con il consumatore e più precisamente con i social, punto saliente da cui è nata tutta questa ondata virale.
I capi Lidl si sono presentati sui social come l’anti-moda ed è stato proprio il senso di provocazione che ha gli dato così tanto valore. Ovvero, si possono considerare come statement piece, per cui il valore intellettuale e significativo va oltre all’aspetto estetico del capo in sé.
Non per niente, l’alta moda è stata la prima ad insegnarci il concetto del brutto e, soprattutto, del provocatorio nelle sfilate che hanno visto passare capi che nessuno indosserebbe o difficili e complessi da indossare.
Il più delle volte possiamo pensarla come a una strategia per attirare l’attenzione del cliente attraverso un pezzo che stuzzica la curiosità e il dibattito, creando notizia e ottenere una pagina sulle riviste e giornali.
Non solo Lidl
Negli ultimi anni molte aziende, tutt’altro che di moda, hanno lanciato linee di abbigliamento con il proprio logo. Basti pensare che, nel 2016, DHL lanciò la linea prodotta dal marchio francese Vetements, al modico costo di 245 euro. Seguendo l’onda di Lidl anche Ikea ha lanciato la sua linea di magliette con il proprio logo.
Questo ci può far arrivare a dire che anche i capi “democratici” possono essere sinonimo di moda e che il lancio di un progetto non è niente senza una buona strategia e una base intellettuale.