Clubhouse il nuovo social che si fa sentire attraverso la voce. Un social esclusivo su cui entrare solo attraverso invito.
Ecco come ha avuto successo e come funziona.
Com’è nato Clubhouse
In Italia, il nostro nuovo arrivato ha avuto il suo momento di ascesa quando, il 31 gennaio, l’amato (ma forse anche odiato), Elon Musk, è entrato come ospite in una stanza organizzata dal venture capitalist Marc Andreessen. In pochi minuti la stanza in cui era ospitato il fondatore di Tesla ha fatto sold out e con essa altre stanze che si limitavano a ripetere in streaming quello che avveniva nella stanza principale.
In realtà Clubhouse nasce ad aprile 2020 da un’idea dell’imprenditore della Silicon Valley, Paul Davison e dall’ex impiegato di Google, Rohan Seth.
Non è un social come tutti gli altri, non usando foto, post o pensieri da condividere, e da subito tutti l’hanno capito. Ma quindi, come funziona?

Come funziona Clubhouse
Clubhouse è un mix tra un podcast e una app di messaggistica istantanea (senza testo), poiché gli utenti interagiscono in tempo reale tra di loro su determinate tematiche. Ma scopriamolo meglio.
Esso è diviso in stanze che possono essere formate in tre modalità a seconda dell’intimità che le si vuole dare: open, social, che sarà visibile solo agli utenti interconnessi tra loro tramite un follow, o closed. Esse sono visibili sulla Home Page dell’utente secondo l’agenda, oppure possono essere ricercate attraverso l’icona della lente.
Ognuna ospita un numero, che può andare dalle poche centinaia alle migliaia (per adesso 5.000), di persone, gli ascoltatori, interessate ad assistere ad una discussione su un determinato argomento.
La discussione può andare da un approccio informale fino a una discussione vera e propria tra esperti. Chi espone l’argomento, ovvero la persona abilitata a parlare, è lo speaker, e chi, invece, gestisce la conversazione è il mediatore.
Niente più facce addormentate, pigiamoni osceni, outfit da smart-working o telecamere sgranate, le persone sentono solo la voce di chi presenta e nient’altro. Come un tuffo indietro nel tempo, quando per comunicare avevamo solo il telefono o la radio, forse è anche questo senso di retrò che attira molte persone. Gli ospiti, oltre che ad ascoltare, possono anche, dopo un’educata alzata di mano, intervenire, commentare oppure chiedere qualche chiarimento, ovviamente dietro il consenso del mediatore. Il pubblico può anche applaudire, cliccando ripetutamente il tasto usato per intervenire. Insomma, un vero e proprio convegno.

Un’élite
Clubhouse ha perfettamente pianificato il suo lancio.
Inizialmente solo persone di spicco del mondo dello spettacolo, della musica o dei social potevano entrare nell’app tramite invito. Perché sì, in questa applicazione puoi entrare solo se sei stato invitato da un altro utente.
Successivamente, i vip potevano invitare altre persone e così solo una stretta cerchia “dei piani alti” ha iniziato ad usare l’applicazione, creando, così, una vera e propria elitè. Questo modo di presentarsi “al pubblico” ha dato un senso di esclusività e di altolocato al social.
Per esempio, non è per le persone che usano solo ed esclusivamente Facebook, perché i profili da collegare con Clubhouse sono solo quelli di Instagram e Twitter. Probabilmente per chiudere ancor di più la cerchia di persone e per rimarcare la volgarizzazione che ormai cade sulla testa di Facebook. Inoltre, per iscriversi, serve almeno la maggiore età, che evita il rischio a cui è andato incontro, di recente, TikTok.
A rimarcare l’esclusività è, anche, la non disponibilità dell’applicazione per i dispositivi Android, infatti, per adesso, è disponibile solo per i dispositivi con iOS.
I creatori di Clubhouse hanno cercato di plasmare la loro forza puntando su un senso di esclusività ed intimità, ed effettivamente a chi è che non farebbe piacere sentirsi parte un “club esclusivo” oppure di una “house” ristretta.

La comunicazione
Sicuramente Clubhouse ha stravolto il modo di comunicare sui social network e a quanto pare questo piace alle persone. Niente più bellezze stereotipate, contenuti non appropriati, scopiazzati o photoshoppati, un presentatore su Clubhouse è senza veli e trasparente come il suono della sua voce.
Sicuramente si tratta di un approccio più diretto e coinvolgente rispetto a un social tradizionale e, soprattutto, più umano, che in questo periodo in cui la vita sociale è messa in secondo piano manca un po’ a tutti.
Insomma, il nuovo social, con questo mix efficacie di fattori, è riuscito velocemente a conquistare il popolo social e si prevede una grande crescita per questa app che già conta quasi 2 milioni di utenti attivi ed era già stata valutata 100 milioni di dollari quando aveva solo 1.500 utenti.